Parto in acqua: come funziona e che benefici assicura la tecnica scelta da Federica Pellegrini
Il maggior benessere della mamma ha di per sé un effetto positivo anche sul neonato, tuttavia i benefici che questo tipo di parto assicura al nascituro sono anche altri: il passaggio dal liquido amniotico, in cui il bambino ha vissuto per nove mesi, all’acqua della vasca fa sì che la nascita sia meno traumatica e avvenga nel modo più naturale possibile.
«Durante il parto tradizionale normalmente il personale medico mette in atto delle manovre per disimpegnare le spalle o comunque facilitare l’espulsione del feto – spiega ancora la dottoressa Silvia Vigo – nel parto in acqua invece il bambino non viene toccato fino al momento dell’espulsione completa dentro l’acqua. Toccare il neonato quando ha solo la testa fuori e non è stato ancora espulso completamente, stimolerebbe infatti il riflesso di respirazione, con il rischio di far aspirare acqua al bambino. Naturalmente nel caso sopraggiunga una qualche complicazione, la donna viene portata fuori dalla vasca ma se tutto procede bene, il neonato
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