Non sono lavoratori, sono schiavi: la storia del bracciante abbandonato in strada con un arto tranciato da un macchinario

Sai? Ci sono posti, in Italia, dove lavorare e veder rispettati i propri diritti non è poi così scontato, soprattutto se italiano non sei. Ci sono posti in cui, con la scusa che quei lavori lì – raccogliere pomodori, mietere il grano, ma anche fare borse e pelletteria di alta moda (ricordate lo scandalo Alviero...

Una faccenda che ha fatto scalpore per il modo, atroce, in cui si è svolta. Eppure la storia del bracciante abbandonato per strada dopo che un macchinario gli aveva tranciato un braccio rimarca l’ombra di ciò che esiste da sempre: il caporalato

Sai? Ci sono posti, in Italia, dove lavorare e veder rispettati i propri diritti non è poi così scontato, soprattutto se italiano non sei. Ci sono posti in cui, con la scusa che quei lavori lì – raccogliere pomodori, mietere il grano, ma anche fare borse e pelletteria di alta moda (ricordate lo scandalo Alviero Martini e Dior?) – nessuno più li vuole fare, ci si approfitta della disperazione di altri esseri umani e li si utilizza, nel suo più truce significato, fino ad annientarli completamente.

E così accade che qualcuno muoia sotto al sole o che qualcuno venga abusato, mentre noi non siamo ancora forse del tutto consci che dietro moltissimi dei prodotti alimentari che compriamo spesso ci sono ingiustizie sui braccianti e sugli operai che coltivano, raccolgono e confezionano il nostro cibo.

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