Monica Guerritore: «Prendo io il comando della nave»
«Se Stallone ci mette 10 anni a fare Rocky, io ce ne metto 20». L'attrice Monica Guerritore è stanca della disparità di genere nello spettacolo, e fa un appello al suo pubblico, perché diventi il suo mecenate. Con i token digitali
I soldi li gestiva mia mamma: avevo 16 anni, lavoravo tutto il giorno, lei pagava gli alberghi e controllava che mangiassi». Monica Guerritore ricorda quando, nel 1973, andava avanti e indietro dal Piccolo Teatro. Dentro c’era Giorgio Strehler, il più visionario regista teatrale europeo e lei era Anja, nel Giardino dei ciliegi di Cechov.
Oggi l’attrice, la cui carriera è un’enciclopedia di film, pièces teatrali e serie tv, capace di passare da Giovanna D’Arco alla mamma di Totti, dalla regia teatrale alle sceneggiature, ha deciso di fare un salto per dare nuove possibilità al suo «vulcano», come dice lei. Da un mese ha lanciato il progetto Mecenati di Monica Guerritore passando quindi alla «democrazia diretta» nell’arte: un mecenate è chi acquista un token digitale ed entra nella comunità dell’artista per dare pareri su quali produzioni investire, oltre a poter incontrare e dialogare con il creativo, assistere
a spettacoli e prove.
«Ho sempre dato tanto agli spettatori, ora loro possono assumersi una responsabilità, dichiarare pubblicamente che mi sostengono». Il token è una specie di «certificato di iscrizione», non
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