Mondiali 2022 in Qatar: una scelta controversa
In 3 sorsi – Per la prima volta nella storia, il campionato mondiale di calcio si disputa in Medio Oriente, in inverno e tre arbitri sono donne. Sembra avanguardia, ma la realtà in Qatar è un’altra. Migliaia di migranti lavoratori sono morti nella costruzione di infrastrutture e la comunità LGBT è perseguitata, fatti che, con gli occhi puntati sulla competizione, non sono passati inosservati.
1. MIGRANTI LAVORATORI
Negli ultimi dodici anni il Qatar ha implementato un progetto di costruzione senza precedenti per 220 miliardi di dollari che non riguarda solo stadi, ma anche hotel per i fan e le squadre, un aeroporto, strade e un sistema di trasporti pubblico. Un piano di simile portata ha attratto un numero significativo di lavoratori, raggiungendo una forza lavoro immigrata nel Paese di 2 milioni di persone. Molti di questi lavoratori, per lo più provenienti dall’Asia meridionale, hanno dovuto pagare delle tariffe per poter essere assunti, a volte senza mai iniziare effettivamente a lavorare e restando indebitati in patria. Secondo un’inchiesta del The Guardian pubblicata a febbraio 2021, oltre 6.500 lavoratori migranti sarebbero
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