Moda adattiva: cos’è e perché sempre più brand scelgono la moda inclusiva, da Zalando a Iulia Barton & Co
È la “adaptive fashion”, ossia la moda che riesce ad avere risvolti psicologici positivi grazie alla semplicità nel vestire e ad essere quasi una cura per corpo e anima. Ora ne fa notizia Zalando, ma il gruppo tedesco non è l’unico
Chiusure in velcro al posto dei bottoni, cerniere calamitate, tessuti elasticizzati traspiranti e aperture su spalle, schiena o sui lati, ci avete mai che le persone disabili – soprattutto coloro che si trovano su una sedia a rotelle – potrebbero avere molta più semplicità nel vestirsi (in tutta autonomia) se avessero a loro disposizione un armadio molto più “flessibile”?
È esattamente questo il concetto della cosiddetta moda adattiva, la “adaptive fashion”, che sta prendendo piede all’interno di molte case di moda e che mira direttamente alla produzione di capi progettati e disegnati proprio per chi vive in condizione di disabilità.
L’abbigliamento influisce sulla nostra identità e sul nostro empowerment, indipendentemente da chi sei o dalla tua situazione fisica, diceva qualche anno fa Izzy Camilleri, pioniera della moda adattiva e che 13 anni fa ha fondato a Toronto il primo brand fashion adaptive, Iz Adaptive.
Cos’è la moda adattiva
È semplicemente qualcosa che dà più ottimismo e maggiore autonomia. Qualcosa di quasi banale e logico, ma dal senso assolutamente immenso: far sentire meglio con la propria immagine esteriore, far sentire capaci, una sensazione che non può non fornire anche una sferzata di energia al corpo e che per chi è disabile è fonte di fiducia in sé stessi.
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