Milano fuori controllo: vandalizzati i vagoni della metro da inaugurare

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Beppe Sala, il sindaco onirico, sogna per Milano l’aria tersa del Monte Bianco ma in città l’aria è pesante: alle gang dei trappettari e degli italiani di nessuna generazione che terrorizzano tutti i quartieri, si aggiungono gli imbrattatori seriali “giunti dall’est Europa” come raccontano con enfasi i giornali d’area. Organizzati, però: bucano il muro del deposito di San Cristoforo e si mettono a scarabocchiare 8 vagoni della nuova linea 4 del metrò, non ancora inaugurata. Abbiamo così i writer muratori, i pittori e i cineasti, che filmano tutto. Poi fanno le solite boccacce regolamentari, da bimbiminkia, stile Maneskin, e spariscono lasciando convogli fiammanti, modernissimi, degradati a vecchia merda prima ancora di cominciare a correre.

Un capolavoro: il Comune invita ad usare i mezzi pubblici, visto che blocca la circolazione a seicentomila veicoli, e i mezzi pubblici però li lascia ridurre a cloache. Da Palazzo Marino nessun commento, giusto un comunicato laconico: “denunceremo”. Denunceranno? E a quale pro? Si direbbe che all’amministrazione dei Sala e dei Majorino non dispiaccia questa sgangherata forma d’arte presunta, molto inclusiva nel teppismo. Denunciare per cosa non si capisce, visto che quando li prendono si limitano a una stretta di mano e nessuno paga mai il benché minimo danno.

Altra cosa incomprensibile è perché glielo lascino fare, perché non li fermino non diciamo a bastonate, che pure sarebbe un sogno, ma intercettandoli per tempo. A Milano c’è un fondo apposito, di circa un milione e mezzo di euro, per coprire ogni anno le porcherie sui muri e sui mezzi: come svuotare il mare col secchiello, e, in ogni caso, chi se ne giova? Perché le associazioni, le denunce per danni, le “task force” non servono, con tutta evidenza, a risolvere e neppure ad arginare il

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