Meloni spalle al muro sul Salario minimo. La strategia è rinviare
È alta la confusione sotto il cielo di maggioranza e governo. Stando ai numerosi sondaggi, il salario minimo fa breccia anche tra gli elettori che votano a destra. La premier Giorgia Meloni è ben consapevole che non può lasciare alle opposizioni la battaglia contro il lavoro povero. Per questo fa finta di aprire al confronto, vuole evitare la bocciatura – e dunque il voto – dell’emendamento soppressivo della proposta delle opposizioni sul salario minimo e rinviare il dossier a settembre.
Il testo della pdl M5S-Pd sul Salario minimo approda in aula alla Camera domani. La maggioranza punta alla sospensiva
Che è quanto è successo ieri in commissione Lavoro della Camera: la proposta di legge delle opposizioni andrà direttamente all’esame dell’Aula di Montecitorio domani. Il presidente Walter Rizzetto (FdI) ha proposto di non votare gli emendamenti presentati, e dunque anche la proposta interamente soppressiva del centrodestra. E con tutta probabilità in aula la maggioranza chiederà la sospensiva. Meloni deve fronteggiare tanto i suoi alleati, che vedono come fumo negli occhi il salario minimo, a partire da Forza Italia, quanto le opposizioni
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