Meloni e quelle (prime) avvisaglie da destra. Scrive Cangini
Non sono passati neanche tre mesi dalla nascita del governo e a destra già si avverte un senso di delusione nei confronti di Giorgia Meloni. “Quando farà qualcosa di destra?”, si domanda con retorica morettiana Marcello Veneziani sull’ultimo numero di Panorama. Segue l’affondo: “Per ora, in verità, Giorgia – grandi occhi e piccole mani – non ha fatto nulla di significativo o di clamoroso… Nessuna sterzata importante, nessun avvio o annuncio d’intervento strutturale, solo piccoli passi e piccoli aggiustamenti. Piedi di piombo e mani di fata”.
È un segnale isolato, ma non è un segnale trascurabile.
Marcello Veneziani è forse il più autorevole e popolare tra gli intellettuali di destra, ma la sua è una destra intrisa di antiamericanismo, a dir poco diffidente nei confronti dell’Europa e sostanzialmente ostile al modello liberalcapitalistico. È quella destra che, per realismo, Giorgia Meloni, sembra aver abbandonato. “Con lei – scrive, dunque, Veneziani – la politica è tornata a governare l’Italia, ma al tempo stesso si è eclissata”. È un atto di accusa, un’accusa di tradimento ideale rivolta alla leader che
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