Le rotte inchiodano le Ong: tengono i migranti in mare per giorni. Porto sicuro? Solo quando sono piene
“Strane” rotte inchiodano le Ong: stazionano coi migranti in mare per giorni per riempire le imbarcazioni. In questa fase l’unica certezza che arriva ai profughi da parte delle Ong è che le navi della flotta cosiddetta umanitaria sono a caccia di esuli da intercettare per poter sfidare – con le imbarcazioni a pieno carico – i governi a cui si rivolgono. Nella fattispecie, come drammaticamente noto, quello italiano in testa a tutti. E del resto, non è un caso che seguendo i tracciati della rotta della Geo Barents in particolare – l’ammiraglia della flotta di Msf salpata per prima alla volta del Mediterraneo centrale a caccia di profughi e naufraghi da traghettare verso Malta e l’Italia –. Ma anche della Luoise Michel (la nave umanitaria finanziata dall’artista britannico Banksy). E della Humanity 1 (l’imbarcazione della Ong tedesca) in seconda battuta, le mappe indichino un “pattugliamento” nelle acque internazionali a largo delle coste della Libia. Come a ribadire la loro presenza nell’area. Quasi in attesa che qualcosa avvenga. Poi, in effetti, qualcosa nelle ultime ore è accaduto.
Migranti, le navi delle Ong pattugliano le acque davanti la Libia
Insomma, a giudicare dalle rotte che tracciano, le Ong un disegno ben preciso lo hanno. E lo mettono in atto chiaramente, per quanto con una certa ricerca di discrezione (apparente). E così, per esempio succede che ieri pomeriggio, solo per citare l’ultimo caso, la nave umanitaria di Msf ha recuperato in mare e fatto salire a bordo 74 migranti partiti dalla Libia. Persone che avevano trascorso in mare 15 ore, in condizioni meteo pessime. Poi però, invece di prendere il largo e dirigersi verso un porto sicuro, la Geo Barents è tornata alle operazioni di pattugliamento davanti alle coste libiche. Tenendo le persone
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