L’anno dei cretini!

I risultati del 2023 verranno confermati perché non ci sono politiche adeguate né la necessaria attenzione. Non è pessimismo ma puro realismo.

Il 2023 è stato l’anno più caldo nella storia umana.
Che c’entra, lo sapete, magari lo avete anche sentito dire dal tiggì. Fra una settimana vi accorgerete che ci saranno una secchiata di cretini contenti per le temperature di nuovo oltre le medie, tanto loro poi vanno al mare. Ah, il mare!

Abbiamo inziato il 2024 con un record completamente fuori scala, mai registrato prima (i dati in tempo reale li trovate qui ) E’ stato l’anno più caldo di sempre, e chi scrive lo dice da fine settembre e non perché io sia una Cassandra “cosmica” ma perché era (ed è) semplicemente logico!
La nostra indifferenza e il continuo focus sulle idiozie varie, fra panettoni e pallone, saluti romani e Cruciani, ci hanno fatto raggiungere, per ben due volte nell’anno, un dato superiore a 2°C di aumento rispetto all’era preindustriale. Altro che 1,5°C dell’accordo di Parigi!
Per carità, in base statistica è irrilevante ma il trend non lo è affatto!

Nonostante tutto ricorderemo il 2023 come l’anno più fresco di quelli che verranno grazie all’avidità dei grandi plutocrati e dei despoti del petrolio, dei loro lobbisti e dell’establishment pagato per soddisfarli. E sapete perché?
Perché siamo un pianeta di cretini che ascoltano bugie di miserabili, cretini accecati dall’odio su commissione e dal denaro per far vedere ciò che non sono.

Sapete in cosa si tradurrà?
In cattivi raccolti e carenza di cibo, in una crisi di migranti che sarà ingigantita a dismisura, in esodi biblici da aree inabitabili, con quelli che lodiamo e che applaudiamo che penseranno a creare muri (Trump in arrivo sarà la ciliegina), come se non fossimo tutti collegati, attaccati al mango dell’Ecuador, alla lana dell’Argentina, al grano dell’India, alle terre rare della Cina.

L’aumento della temperatura del mare globale è precedente anche all’entrata del Nino e questo è terrificante per la capacità termica dell’acqua di mantenere il calore. Recentemente è stato pubblicato un articolo che rileva come il Mediterraneo sia ancora una volta un “hot spot” mondiale (ne trovate dettagli qui e qui).

Se ciò non vi basta, il PH oceanico si sta costantemente avvicinando a una media di 8,0 (a causa degli effetti di riduzione del PH della CO2), al di sotto del quale si assisterà a un crollo della pesca marina. Con i bastoni dei selfie dovremo impollinare i fiori perché le api muoiono sotto la nostra imbecillità.

Vediamo se dicendo le parolacce si svegliano i bambocci…
Dove cazzo sono le nostre priorità?
Come si collega questo in qualche modo con il rispetto per la vita?? Che dire della tanto decantata priorità data al benessere dei nostri figli e al loro futuro?

E mentre voi vi accapigliate per la Ferragni (sono stati dei geni vero a trovare un altro nemico?), da pochi giorni è uscito il Global Risks Report 2024, il rapporto sui rischi che affronteremo nei prossimi anni, stilato dal World Economic Forum (lo trovate qui: https://www.weforum.org/publications/global-risks-report-2024/ ).

Il rapporto presenta i risultati del Global Risks Percepito Survey (GRPS), che raccoglie le opinioni di quasi 1.500 esperti globali. Il rapporto analizza i rischi globali per supportare chi deve decidere a trovare un equilibrio tra le crisi attuali e le priorità a lungo termine (se ne renderanno conto? Lo leggeranno?, si vabbè…)
I risultati del rapporto evidenziano una prospettiva negativa per il mondo nei prossimi due anni, che dovrebbe peggiorare ancora nel prossimo decennio.
Le 4 forze strutturali che determineranno la materializzazione e la gestione dei rischi globali nel prossimo decennio e sono:

– riscaldamento globale e relative conseguenze sul sistema Terra, sulla biodiversità, sulle risorse disponibili;

– cambiamenti nella dimensione, crescita e struttura delle popolazioni nel mondo;

– accelerazione tecnologica e intelligenza artificiale;

– concentrazione delle risorse come fonti del potere geopolitico e suo onseguente spostamento.

Tutti questi ambiti saranno caratterizzati da incertezza e volatilità. Mentre le società che fanno profitto cercano di adattarsi a questi cambiamenti, magari con nuove opportunità, la loro capacità di rispondere ai rischi globali sarà influenzata dalla propaganda e dall’ideologia, fattori che rallenteranno e, addirittura, ostacoleranno la corretta gestione delle emergenze.

I rischi purtroppo non si combattono con il consenso ma con la ragione, con la scienza e quando si ha un ministro che in aula dice che l’Unione Europea “vuole farci mangiare insetti (cit.)”, una cosa che non è mai stata nemmeno scritta, capite che tutto sarà più complicato.

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