La storia del pastificio diventato simbolo di speranza per le donne afghane
Aiuti umanitari e non solo: i popoli che vivono in zone di conflitto hanno bisogno di poter credere che è possibile cambiare il percorso degli eventi anche con le proprie mani. Ma ci vuole l’aiuto di tutti, nessuno eslcuso
©Associazione Athena Lissone
Dalle mani può nascere della pasta – buona, libera, dorata – e da quella pasta può nascere coraggio e speranza. Ci vuole poco, purché si faccia, perché in Afghanistan le cose non vanno per niente bene, proprio per nulla. Ma mentre i talebani infliggono un altro duro colpo alla libertà delle donne vietando loro (anche) l’istruzione universitaria, c’è chi resiste e cerca un filo di salvezza nella partecipazione e nel lavoro.
Ma non succede per caso, non succede fortuitamente. Qui ci vuole l’impegno costante e faticoso di chi ci crede per davvero che cambiare il mondo e la traiettoria della vita di molti è possibile eccome. È il caso dell’associazione She Works for Peace che, insieme con la Cooperativa agricola Girolomoni, ha aiutato nella rinascita di un pastificio gestito da donne in una località
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