La app che trasforma Spotify in un festival che non si terrà perché usi Spotify
È quel periodo dell’anno. Quello in cui chiunque conosciate, tranne qualche sociopatico (eccomi) e un pugno d’irriducibili amanti dei supporti fisici, s’appresta a postare sui social il proprio Wrapped.
Anche chi è rimasto fermo al 1992 e non ascolta musica in streaming, però bazzica Instagram, Twitter o Facebook sa di cosa si tratta. Wrapped è il coloratissimo resoconto contenente artisti, canzoni e generi che abbiamo ascoltato più frequentemente su Spotify nel corso dei primi dieci mesi dell’anno. È il periodo, insomma, in cui una multinazionale ci dice che musica sentiamo o, come scrivono i suoi copywriter, ti fa «rivivere il tuo anno insieme alla musica e ai podcast che hanno definito il tuo 2022».
L’idea di Wrapped è semplice ed efficace. Essendo Spotify in possesso dei tuoi dati d’ascolto (dati a cui tu non hai pieno accesso), te li restituisce sotto forma di grafiche e animazioni invitandoti a condividerle sui social. È nato nel dicembre 2016 e col passare degli anni è diventato sempre più sexy e animato e, a parte qualche mugugno e una polemica (la stagista Jewel Ham afferma di
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