In Māori l’ADHD si dice “aroreretini”, ovvero “l’attenzione va a molte cose”, valorizzando le loro abilità (e non etichettandoli come “diversi”)
Un altro grande insegnamento dai Māori che descrivono l’ADHD come “aroreretini” che significa “l’attenzione va a molte cose”. Una prospettiva che valorizza la loro abilità a cogliere stimoli da più fronti, piuttosto che enfatizzarne le difficoltà
L’ADHD, o disturbo da deficit di attenzione e iperattività, viene descritto nella cultura ccome “aroreretini” che significa “l’attenzione va a molte cose”. Questo termine rispecchia il modo in cui le persone con ADHD sperimentano il mondo, non limitandosi a un solo focus ma spostandosi tra vari interessi con curiosità.
Piuttosto che enfatizzare le difficoltà legate all’ADHD, questa prospettiva valorizza l’abilità di cogliere stimoli da più fronti, contribuendo a una forma di creatività e intuizione. Nella visione Māori, quindi, “aroreretini” invita a vedere l’ADHD come una variante naturale della neurodiversità, dove la mente, esplorando contemporaneamente varie idee, può generare connessioni uniche.
L’ADHD colpisce soprattutto i bambini, con circa 5 su 100 che presentano sintomi come scarsa concentrazione, difficoltà a controllare gli impulsi e iperattività, che possono influenzare le loro prestazioni scolastiche e le interazioni sociali. È più comune tra i ragazzi,
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