Il maltempo in Italia salva la semine di grano

La pioggia caduta in quasi tutto il Paese ha portato, spiega Coldiretti, grandi benefici alle semine autunnali dopo un lungo periodo di caldo e siccità, dannosi per le coltivazioni [...]

L’arrivo del maltempo salva le semine autunnali del grano e degli altri cereali dopo un lungo periodo di caldo e siccità che ha inaridito i terreni. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annunciato arrivo della perturbazione con temperature in calo, in linea con le medie stagionali. La pioggia è attesa – sottolinea la Coldiretti – per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti come purtroppo è accaduto.

Il maltempo porta benefici alle semine autunnali

A preoccupare – continua la Coldiretti – è anche il brusco abbassamento delle temperature in una situazione in cui il caldo anomalo ha mandato in tilt la natura con le piante che sono impreparate all’arrivo del freddo come dimostrano le fioriture fuori stagione da Nord a Sud del Paese, come in Puglia dove sono sbocciati i ciliegi mentre in Veneto fioriscono i nespoli ed anche le mimose in anticipo di 5 mesi rispetto all’8 marzo, il tradizionale appuntamento della festa della donna. Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno – conclude la Coldiretti – superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale.

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