Il Generale Soleimani e il calcio d’inizio per il Mondo Multipolare
Il consenso fra gli storici del futuro sarà inevitabile: gli anni ’20 sono iniziati con un omicidio diabolico.
Aeroporto di Baghdad. 3 Gennaio 2020, ora locale 00:52. L’assassinio del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds, una componente del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, insieme a quello di Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante del Hasd al Sha’abi Iracheno, avvenuti per mezzo di missili Hellfire lanciati da due droni MQ-9 Reaper, è stato, di fatto, un omicidio come atto di guerra.
Questo atto di guerra ha fissato il tono della nuova decade ed inspirato il mio libro, pubblicato ad inizio 2021, “Raging Twenties: Great Power Politics Meets Techno -Feudalism”.
L’attacco tramite drone all’aeroporto di Baghdad, direttamente approvato dall’imprenditore/intrattenitore pop Donald Trump, che all’epoca governava l’Egemone, ha costituito un atto di imperialismo progettato come una forte provocazione, capace di generare una reazione da parte iraniana alla quale poi rispondere per legittima difesa, confezionata da “deterrente”.
Il proverbiale fronte della narrativa è arrivato alla saturazione, definendolo come un “omicidio mirato”: un’operazione preventiva atta a debellare i supposti piani di “imminenti attacchi” del generale Soleimani, ai danni di truppe e diplomatici US. Nessuna