Il base jumping, tra incidenti mortali ed equipaggiamenti da 5 mila euro: «È come una roulette russa»

In Italia sono meno di un centinaio le persone che praticano questo sport estremo. Il motivo? Il rischio incidenti L'articolo Il base jumping, tra incidenti mortali ed equipaggiamenti da 5 mila euro: «È come una roulette russa» proviene da Open.

C’è una disciplina tanto spettacolare quanto poco diffusa, che in Italia conta meno di cento praticanti e nel mondo fatica ad arrivare a tremila. È il base jumping, lo sport estremo che prevede di lanciarsi con un tuta alare e planare anche per diversi chilometri. «La sensazione che ti dà la tuta alare è difficile da descrivere. Significa volare senza premere pulsanti o azionare leve, utilizzando solo il proprio corpo. È la sensazione di volo più pura», spiega al Corriere della Sera Marco Milanese, 36 anni e autore del libro Volare le montagne. In Italia, il base jumping – che prevede di lanciarsi da edifici, torri, ponti o montagne – si pratica soprattutto sul monte Brento, in provincia di Trento,


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