I gatti nella cultura giapponese: dal Maneki Neko ai Kaibyō, ecco perché tutti li adorano
Dai benevoli gatti portafortuna agli inquietanti felini soprannaturali della mitologia nipponica, questi animali sono una vera ossessione per i giapponesi. Scopriamo perché
Probabilmente non avete mai sentito parlare dei Kaibyō (fra un po’ ci arriviamo), ma di sicuro conoscete il Maneki Neko, gatto portafortuna giapponese le cui statuette con la zampetta destra alzata spopolano ormai a ogni latitudine.
Solitamente è rappresentato come un micio bianco a chiazze nere e arancioni, esattamente come il bobtail giapponese, e le sue origini, pur rimanendo ammantate di mistero, sono spiegate da un’antica leggenda.
Essa racconta che un uomo, ritrovandosi all’aperto durante un temporale, si rifugiò sotto un albero situato davanti al tempio Gotoku-ji. Di lì a poco vide passare un gatto bianco che con la zampa gli indicò di seguirlo. Incuriosito, decise di accontentarlo, e non appena si spostò dall’albero, quest’ultimo venne colpito da un fulmine. Il gatto bianco gli aveva salvato la vita e per questo motivo, da allora, si dice porti fortuna.
Di tutt’altra natura sono i Kaibyō (gatti strani) della mitologia nipponica, dotati di innumerevoli capacità:
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