G20, la Meloni ha dimostrato che un leader ha successo se a guidarlo è l’interesse nazionale
La stampa di sinistra ha creduto di aver colto in fuori gioco Giorgia Meloni sottolineandone il mancato “bilaterale” con Emmanuel Macron al G20 di Bali. Nulla di più fuorviante. A chi ha cercato di farglielo notare sul posto, la premier ha avuto buon gioco nel rispondere che lei e il presidente francese non avevano certo bisogno di darsi appuntamento in Indonesia per parlare della crisi dei rapporti tra Roma e Parigi. Ci saranno tempi e luoghi più congrui. E così ha respinto il tentativo di far apparire come un mezzo fiasco la missione del nuovo governo al suo debutto sul proscenio mondiale. È vero, invece, il contrario. Il G20 è stato molto utile all’Italia e ha consacrato la Meloni come leader che ha tutte le carte in regola per sedere nel consesso dei Grandi della terra.
A Bali la Meloni ha tenuto incontri fruttuosi
Prova ne sia l’abilità con cui, rompendo un’inveterata abitudine del passato, la premier ha scelto con cura i propri interlocutori selezionandoli sulla base delle nostre emergenze e dei nostri interessi nazionali. Gli incontri, in particolare quelli con i presidenti americano, cinese e turco, danno l’idea di confronti mirati e tutt’altro che di facciata o cercati allo scopo di imbucarsi in una photopportunity solo per poter dire un giorno “io c’ero“. Con Joe Biden la Meloni ha parlato di Ucraina, ma anche del gas liquido americano, della necessità di aumentarne il quantitativo da importare in Italia abbassandone, in compenso, il prezzo. Più complicato il bilaterale con Xi Jinping, con cui i rapporti non distesi come con gli statunitensi.
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