Facciamocene una ragione: non ci libereremo mai delle chiamate indesiderate
Pensavamo di essercene liberati, e invece no, i call center ci chiamano ancora. Anche se il Registro pubblico delle opposizioni – un database in cui ogni cittadino può far inserire il proprio numero di telefono (fisso e mobile) per bloccare le chiamate a scopo commerciale o di ricerca di mercato – è attivo ormai dai 27 luglio per volere del Ministero dello sviluppo economico, i centralini riescono a rintracciare lo stesso gli utenti che si sono iscritti. Insomma, il sistema pensato dal Governo non sta funzionando proprio benissimo: una delusione per chi sperava di non dover più ripetere al telefono frasi del tipo “vivo in affitto”, “mamma e papà non ci sono”, “non mi occupo io delle utenze di casa”.
Ad oggi la realtà è che siamo ripiombati in quell’incertezza per cui non ci è più chiaro se esiste (o esisterà prima o poi) un modo efficace e duraturo per bloccare le campagne di telemarketing. Il Registro pubblico delle opposizioni – a cui ci si iscrive gratuitamente qui – avrebbe nello specifico dovuto consentire agli utenti di annullare tutti i consensi
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