Extraprofitti, aerei e taxi. Il governo Meloni ha già suonato la ritirata
Dopo avere rinviato tutto il rinviabile (dalla ratifica del Mes alla riforma della Giustizia) al prossimo autunno ora il governo di Giorgia Meloni prova a eccellere nell’arte della retromarcia. L’ultima rapidissima, è quella sulla tassa sugli extraprofitti delle banche, presentata da Salvini e Meloni come l’ultima azione dei nostri Robin Hood sovranisti per lenire le difficoltà economiche dei cittadini alle prese con mutui insostenibili.
Mentre tutto intorno si levano i lamenti delle prefiche del libero mercato solo quando conviene il Mef nella serata di martedì ha firmato di corsa una nota che fissa un tetto al prelievo che non dovrà superare lo 0,1 per cento del totale attivo, ridimensionando drasticamente la portata del provvedimento. Secondo le stime delle banche stesse il ricavato del prelievo passa da 4,5-5 miliardi a 2 miliardi di euro.
Dopo avere rinviato tutto il rinviabile al prossimo autunno ora il governo Meloni prova a eccellere nell’arte della retromarcia
Insomma: hanno mentito sui numeri e sulle promesse. Gli situati hanno tirato un sospiro di sollievo, i titoli in borsa hanno ripreso a correre e la coerenza è
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