Donatella Rettore, la femminista delusa e amareggiata dalla sinistra: “Ora spero nella Meloni”
Una grande cantante, una mente libera, schierata su posizioni femministe, anche se proprio su quel fronte arrivarono le prime delusioni politiche. In una bella intervista alla Verità, Donatella Rettore si confessa sia dal punto di vista musicale che personale, alla vigilia del festival di Sanremo al quale non parteciperà quest’anno. Donatella Rettore, però, continua a fare musica e a scrivere. La sua ultima pubblicazione è il libro “Dadauffa, memorie agitate” (Rizzoli), una sorta di autobiografia.
Donatella Rettore, la femminista delusa
L’aneddoto politico risale a qualche anno fa. «Dovevo cantare a piazza Farnese, e appena salii sul palco partirono i “buuu”. Mi assicurarono che avevo cantato meglio di tutti, ma avevo dato fastidio per come ero vestita. È stato lì che ho capito che non bisogna tanto cambiare gli uomini, quanto le donne che non capiscono che la femminilità, l’essere belle e graziose, non è un danno», ricorda alla Verità. Si dichiara ancora oggi di sinistra, la cantante di “Splendido splendente”. In politica però mai ha cambiato idea… «Mai. Firmai contro Achille Occhetto quando nel 1989 propose di cambiare il nome al Partito comunista e forse oggi
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