Dalla stagione “barocca” alla neometafisica, Giorgio de Chirico in arrivo a Bologna
Giorgio de Chirico, Ettore e Andromaca, 1970, Olio su tela, 40 x 30 cm, firmata “g. de Chirico” © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma © Giorgio De Chirico by SIAE 2022
Bologna – In un emblematico autoritratto, un Giorgio de Chirico in abiti antichi si confronta con i maestri del passato, prendendo le distanze dalla modernità e dai dogmi del Novecento.
Opera fondamentale della “stagione barocca”, Autoritratto nel parco con costume del Seicento del 1956 guida la prima fase della pittura dechirichiana quando, dal 1938 al 1968, il pittore si ispira a Rubens e ai grandi maestri del calibro di Dürer, Raffaello, Delacroix.
Dal 13 ottobre al 12 marzo anche il visitatore di Palazzo Pallavicini, a Bologna, è invitato a condividere questo duplice sguardo sulla pittura dell’artista di Volos, protagonista del percorso De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978) a cura di Elena Pontiggia e Francesca Bogliolo.
Prodotta e organizzata da Pallavicini Srl in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, la mostra ripercorre due importanti momenti della pittura del maestro attraverso oltre settanta opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma.
Giorgio de Chirico, Interno metafisico con pere, 1968, Olio su tela, 65 x 80 cm, firmata “g. de Chirico 1968” © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma, © Giorgio De Chirico by SIAE 2022
La prima sezione, che pone sotto la lente la stagione “barocca”, si sviluppa dal 1938 al 1968, quando de Chirico, dopo aver lasciato Parigi nel 1939, torna in Italia, dividendosi fra Milano e Firenze, prima di trasferirsi definitivamente nella città eterna.
Le opere di questi anni non sono realiste, ma mirano a creare un mondo ideale e irreale, una finzione più vera del vero. Dietro
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