Dalla galassia nera l’ultima sfida squadrista (vietata dal Viminale): oggi in piazza a Roma l’adunata al grido di “fascismo”
A lanciarla è Giuliano Castellino, pluripregiudicato ras di Forza Nuova. Il pretesto? Le polemiche per la gestione dell’emergenza sanitaria. Ma poi l’iniziativa ha preso un’altra piega: tutta politica. Nonostante il no del ministero, gli organizzatori non arretrano. La locandina: color pece con l’aquila tricolore.
“Fascismo secolo XXI”. La scritta bianca in alto, in stampatello, su sfondo nero e con un’aquila tricolore in basso. La parola “fascismo” come mai finora si era visto, negli ultimi anni, sulla locandina di una manifestazione. L’ultima sfida neofascista è targata “Area” e – stando a quanto annunciano gli organizzatori – dovrebbe andare in scena oggi pomeriggio a Roma in piazza Bocca della Verità. Chi sono quelli di Area? E cosa vogliono? Da tempo sui siti della galassia nera circolava la voce di un raduno l’8 maggio a Roma. Da ventiquattro ore la notizia è diventata ufficiale. A comunicarla è uno dei promotori dell’adunata – come viene definita: il pluripregiudicato ras di Forza Nuova Giuliano Castellino, delfino di Roberto Fiore nonché animatore delle manifestazioni contro i lockdown e la “dittatura sanitaria” a ottobre 2020.
Sfida squadrista. Nuova Rsi. Fascismo secolo XXI. Chi ci sarà, almeno nelle intenzioni degli organizzatori, in piazza? “L’adunata è aperta a tutti i camerati – spiega ancora Castellino -. saranno presenti numerose realtà e comunità militanti. Tutti a pari livello. Tutti con le loro bandiere. Tutti con il loro portavoce sul palco. Questo è lo spirito romano di Area. Così sta nascendo e si sta costruendo questo Movimento di Movimenti. L’unità nella pluralità, dove si trova la forza nelle identità, dove ci sarà un Senato con i rappresentanti di ogni singola realtà, dove dietro la grande bandiera con l’aquila, simbolo di Area, ognuno sventolerà la bandiera del proprio movimento. Senza cancellare storie, esperienze, umanità, gerarchie. Questo è un percorso nuovo. Poi tutti siamo uniti sotto l’aquila di Area e il manifesto che sabato lanceremo in piazza”. Apologia – se non esaltazione – di fascismo. Lanciata da un uomo sottoposto a sorveglianza speciale, che ha già accumulato condanne in primo grado a 11 anni di carcere.
Il simbolo della neonata Area – che si propone come un vero e proprio cartello fascista – è l’aquila già adottata durante il regime di Mussolini. Castellino annuncia l’apertura di una sede il 29 maggio in via Castro Pretorio a Roma. È lo stesso giorno della manifestazione organizzata, sempre nella capitale, da CasaPound intitolata “L’Italia chiama”. “Identità, popolo, nazione, libertà”, sono gli slogan usati dai fascisti del terzo millennio. Ai quali si aggiunge un inquietante “Sangue e Suolo”, il “Blut und Boden” espressione della propaganda nazista nel corso della dittatura. Il tutto per una manifestazione contro il governo Draghi. Ma che appare come una conta interna alla galassia neofascista e una prova di forza di CasaPound.
Il movimento della tartaruga nera ha già annunciato che alle prossime elezioni amministrative si presenterà con una lista civica (“Volontà romana”) che in realtà potrebbe andare ad appoggiare Fratelli d’Italia. Curiosità: a ieri, in prefettura a Roma non era ancora stata notificata alcuna richiesta per la manifestazione del 29 maggio. Forse arriverà nei prossimi giorni. Tuttavia, CasaPound ha lanciato un corteo senza avere ancora avuto il via libera di questura e prefettura. Intanto sono partiti diversi appelli al Viminale affinché venga vietata la manifestazione. Il Pd con Lele Fiano, Sinistra Italiana con Nicola Fratoianni, e poi l’Anpi. “La ministra Lamorgese impedisca questi raduni neofascisti, oltraggio intollerabile alla storia di un Paese nato dalla Liberazione dal nazifascismo”. Le stesse richieste sono giunte al Ministero dell’Interno ieri per quanto riguarda l’adunata di Area. Ma ieri in tarda serata è arrivato il divieto del Viminale tramite questura-prefettura. Gli organizzatori tuttavia hanno fatto sapere che andranno ugualmente sfidando lo stop, come del resto accaduto per molte delle manifestazioni anti Dpcm andate in scena negli ultimi mesi. Castellino, in primis, non arretra: “Siamo fascisti. Torneremo a giocare a briscola, con l’asso di bastoni”.
Fonte: La Repubblica.it