Dagli impianti alla viabilità, slavina sui Giochi Milano-Cortina
Mancano meno di mille giorni all’apertura dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina (inizieranno il 6 febbraio 2026) e si fa sempre più probabile l’ipotesi di spostare le gare di alcune discipline in Svizzera, dopo che si era già ventilata l’ipotesi Piemonte. Il motivo? Molti impianti, soprattutto in Lombardia, non saranno pronti per il grande evento.
Lo saranno però dopo che le Olimpiadi invernali saranno solo un ricordo, perché i lavori per la realizzazione procedono per stralci e molte opere previste saranno realizzate solo in parte, ma non completate per l’apertura dei giochi olimpici e paralimpici.
Nel Piano nazionale di interventi dei Giochi nazionali olimpici approvato dal governo Draghi su proposta di Luigi Valerio Santandrea, amministratore delegato della Simico (società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa), le opere da realizzare sono 73.
Ma alcune – si legge nel Piano – non saranno consegnate “integralmente” in tempo per lo svolgimento dei Giochi ma ne verrà “assicurata” semplicemente la “fruizione anche per stralci funzionali”. Opere pubbliche che andranno progettate in ogni caso, persino se non dovessero risultare “immediatamente disponibili tutte le risorse necessarie per
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