Crowdfunding, operatori in fuga dall’Italia: ecco perché il nostro mercato è paralizzato
Crowdfunding, operatori in fuga dall’Italia: ecco perché il nostro mercato è paralizzato – Agenda Digitale
Regolamento ECSP
Gli operatori del mercato nazionale crowdfunding sono penalizzati dalla mancata adozione di un decreto legislativo di attuazione del Regolamento Europeo in materia di crowdfunding. Ecco come Banca d’Italia e Consob stanno provando a porre rimedio alla situazione di stasi che induce le piattaforme a stabilirsi in altri Paesi
02 Nov 2022
Lo scorso 21 ottobre, mediante una comunicazione congiunta, Banca d’Italia e Consob hanno cercato di porre rimedio alla situazione di lunga attesa concernente l’adozione di un decreto legislativo di attuazione del Regolamento Europeo in materia di crowdfunding (cosiddetto Regolamento ECSP).
La comunicazione congiunta di Consob e Banca d’Italia
La comunicazione congiunta ricorda che la Consob e la Banca d’Italia sono state designate quali autorità competenti per l’autorizzazione e la supervisione dei prestatori di servizi di crowdfunding. Il 26 agosto scorso è stata infatti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 199 la Legge di delegazione europea per l’anno 2021 contenente la delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea, che, all’art. 5, stabilisce i principi e i criteri direttivi per l’adeguamento dell’ordinamento nazionale alle disposizioni del Regolamento ECSP.
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Di fatto, la possibilità per la Consob e la Banca d’Italia di ricevere istanze formali per il rilascio dell’autorizzazione ad operare come fornitore di servizi di crowdfunding ai sensi del Regolamento ECSP e dei relativi Regolamenti Delegati e avviare il relativo processo valutativo, è ad oggi impedita dalla mancata adozione di un decreto legislativo di attuazione.
Con la comunicazione congiunta del 21 ottobre, Banca d’Italia e la Consob si rendono disponibili a intrattenere interlocuzioni informali per orientare gli operatori interessati alla futura presentazione delle domande di autorizzazione, fornendo anche chiarimenti sugli elementi informativi e documentali da allegare alle istanze.
Si tratta di un’iniziativa che va sicuramente salutata con favore, accogliendo una serie di istanze propugnate dagli operatori del settore, che a più riprese avevano negli scorsi mesi sottolineato come tale clima di incertezza normativa stesse penalizzando oltremodo gli operatori nazionali rispetto ad operatori comunitari aventi sede in altri Stati Membri che, a differenza dell’Italia, avevano già dato attuazione alle disposizioni del Regolamento ECSP.
Le conseguenze dell’incertezza sul mercato italiano
Proprio il clima di incertezza
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