Cronistoria di una misura sbagliata. Il reddito di cittadinanza visto da Bonanni

Appena il governo si è deciso a modificare alcuni presupposti del Reddito di cittadinanza, subito i 5 Stelle sostenuti da qualche sindacalista e dalla sinistra di sinistra, hanno gridato all’attentato contro i poveri. Ma tra le macerie di questo provvedimento, tra i primi varati dall’esordio al governo di Giuseppe Conte, possiamo solo trovare errori marchiani […]

Appena il governo si è deciso a modificare alcuni presupposti del Reddito di cittadinanza, subito i 5 Stelle sostenuti da qualche sindacalista e dalla sinistra di sinistra, hanno gridato all’attentato contro i poveri. Ma tra le macerie di questo provvedimento, tra i primi varati dall’esordio al governo di Giuseppe Conte, possiamo solo trovare errori marchiani che hanno reso ancora più poveri i poveri.

La misura venne annunciata il 28 settembre 2018 dal balcone di Palazzo Chigi, ad una folla di parlamentari ed attivisti grillini con bandiere e striscioni, trasfigurando il palazzo del governo italiano per qualche ora nella Casa Rosada di peronista memoria. La misura, distorcendo le filosofie economiche, fu annunciata manovra economica espansiva e nacque come strumento temporaneo finalizzato alla inclusione nel lavoro di chi ne era privo. Ma un sociologo nostrano, riferimento culturale dei grillini, la presentò come funzionale alla logica della “decrescita felice” teoria del filosofo francese Gorz; una sorta di risarcimento da opporre alla fine del lavoro a causa dello sviluppo tecnologico che robotizza tutto il processo del lavoro che rende superfluo il lavoro umano.

Dunque


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