Cosa nasconde l’etichetta del vino?

Cosa nasconde l’etichetta del vino?

Una cena importante, un regalo per una persona cara o semplicemente la voglia di degustare un vino di qualità: sono queste le circostanze che ti portano a girovagare con sguardo perplesso tra gli scaffali della tua enoteca di fiducia. La scelta della bottiglia giusta, il più delle volte, è un compito difficile, soprattutto per chi non è molto esperto in materia. Normalmente, e siamo sicuri che sia successo anche a te, quello di cui sei convinto è: confezione del prodotto (colori e grafiche utilizzate per l’etichetta, per capirci) e prezzo. Sì… perché portare a casa una bottiglia esteticamente bella e costosa ti garantisce un prodotto di qualità!!! Sbagliato… molto sbagliato. Ricorda che, così come l’abito non fa il monaco, nemmeno il colore della carta scelta ti guida nella tua decisione.

Cosa nasconde l’etichetta del vino?

Se basi la tua scelta solo su aspetti superficiali, come l’aspetto dell’etichetta, le tue papille gustative o quelle della persona a cui regali la bottiglia, potrebbero rimanere deluse. Come fare allora a scegliere bene, senza rischiare di sbagliare? Facile: non guardare solo l’aspetto dell’etichetta, ma leggila! L’etichetta di un vino è la sua carta d’identità e ti può spiegare molte cose sul contenuto della bottiglia: dalla zona di provenienza alla varietà di uve utilizzate, dall’annata al metodo di produzione, dalla presenza di eventuali allergeni alla temperatura consigliata di servizio. Qualcuno inserisce addirittura gli abbinamenti consigliati. Leggere l’etichetta è, dunque, come avere tutte le informazioni necessarie per fare una buona scelta.

In primo luogo, leggere l’etichetta di un vino non è la stessa cosa che saper leggere un’etichetta: ecco perché abbiamo pensato di darti le nozioni di base che ti aiutino e guidino verso il giusto acquisto. Da amanti del vino, ancor prima che da produttori, sappiamo quanto sia spiacevole versare in un bicchiere un prodotto di scarsa qualità sperando, invece, che sia di ottima qualità. E credici, succede a tantissime persone: soprattutto a coloro che fingono di avere una conoscenza approfondita nel settore solo per impressionare gli amici. Quindi non sentirti solo o impreparato se al momento della scelta di un vino non sai proprio dove andare a parare… sei in ottima compagnia.

L’elemento più importante da controllare è se la denominazione di origine del vino coincide con l’area di imbottigliamento. Non puoi basarti solo sulle zone di provenienza dell’uva. Ad esempio, se sul retro di un Nero d’Avola c’è scritto che viene imbottigliato a Verona o Milano, dovresti essere perplesso. Ma procediamo per gradi! Non diamo niente per scontato! Cos’è la denominazione di origine? Come definito dall’UE, è il nome di una regione, di un luogo specifico o, in alcuni casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, luogo o paese, la cui qualità o caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico in cui si trova, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono nell’area geografica delimitata.

wine bottle, glass of wine, grapes on a plate with cheese.
wine bottle, glass of wine, grapes on a plate with cheese.

DOC e DOCG, attualmente raggruppati sotto il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta), sono sicuramente una garanzia di qualità e certificano che, oltre alla provenienza geografica controllata, rispettano tecniche di produzione che ne condizionano le caratteristiche e la qualità, come come limitata produzione di uva. Gli IGT (Indicazione Geografica Tipica), invece, hanno requisiti meno restrittivi: la loro produzione avviene in una determinata zona geografica, ma le uve possono provenire solo dall’85% di essa e le rese per ettaro sono molto più elevate, prediligendo la quantità. Possiamo intenderli come il primo passo che separa i cosiddetti vini da tavola da quelli a indicazione di origine. Questa prima distinzione, quindi, dovrebbe già aiutarti a fare un primo taglio delle bottiglie che devi valutare. Tieni presente, però, che la denominazione di origine non è sinonimo di qualità del vino, ma solo dell’origine dell’uva. La vera differenza nella qualità del vino la fa la tecnica agronomica utilizzata nella produzione e, soprattutto, quelle di vinificazione e di imbottigliamento. Quando leggi “imbottigliato da ICQRF…” seguito da un codice, per esempio, devi sapere che dietro a questa bottiglia ci sono grandi commercianti che realizzano numeri immensi di bottiglie miscelando partite differenti. E’ meglio puntare sui prodotti che riportano: “Integralmente prodotto e imbottigliato da…” oppure “Imbottigliato all’origine da…”, ti danno la garanzia di bere un vino che è stato seguito, curato e realizzato interamente nella stessa azienda.

Cosa nasconde l’etichetta del vino?

In conclusione, quando ci si trova di fronte a uno scaffale pieno di bottiglie, ricordarsi di: dare importanza al produttore piuttosto che a un terzo imbottigliatore, cercare la regione di provenienza dell’uva e il luogo di lavoro, verificare che i vitigni siano specificati . Ovviamente il gusto personale e gli abbinamenti che farete con il prodotto scelto sono le discriminanti finali che renderanno la degustazione del vino del tutto piacevole o meno. Per questo, se ne hai l’opportunità perché abiti in una zona vicino al produttore, ti consigliamo di fargli visita, o comunque di visitare il sito web dell’azienda. Una chiacchierata con chi produce quel vino potrebbe darti la possibilità, con degustazioni guidate, di trovare quello più adatto a te, e una conoscenza più mirata degli abbinamenti culinari consigliati.

 

 

Cosa nasconde l’etichetta del vino?

Copyright: Fabio Musicco  – LaCittaNews.it

Copertina:Render generato attraverso un’algoritmo di intelligenza artificiale / prompt:@fenixcastagna

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