Corteo a Roma, Rampelli: «Strade, vetrine e auto danneggiate: cittadini esasperati. E ora chi paga?»
Le scritte sui muri, sulle vetrine, perfino sulle auto. Il corteo organizzato sabato da Usb e Cobas a Roma contro la guerra e il caro vita, benché non particolarmente partecipato, ha lasciato dietro di sé una scia di danni a beni pubblici e privati. E una domanda: e ora chi paga? A porla è stato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, denunciando quanto accaduto e ricordando anche l’esasperazione dei cittadini della zona intorno a San Giovanni, dove si è mossa la manifestazione.
I segni di un «totale imbarbarimento del dissenso» lasciati dal corteo
«Il passaggio dei manifestanti per il corteo di sabato 3 dicembre, organizzato da Usb e Cobas, ha lasciato segni di totale imbarbarimento del dissenso politico: strade, automobili, palazzi imbrattati con vernici di bombolette spray», ha sottolineato Rampelli, spiegando che «in alcuni casi le telecamere hanno ripreso anche i responsabili delle scritte che, di fronte a persone noncuranti di quanto accadeva, hanno potuto insudiciare il centro della città procurando danni per milioni». «Oggi chi paga per quei danni e perché – ha quindi chiesto l’esponente di FdI – sempre il centro storico deve scontare il danno dei mancati acquisti per i disagi procurati?».
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Rampelli: «Chi notifica le manifestazioni risponda in solido dei danni»
«Nel rione Esquilino – ha spiegato ancora Rampelli – i commercianti di via Merulana sono esasperati da tanta impunità. Mentre si prevedono altri cortei nei prossimi giorni, in pieno periodo natalizio, cioè nel momento più idoneo per provare a risollevarsi dalla crisi economica prodotta da pandemia e guerra». «Bisogna cambiare registro», ha quindi avvertito il vicepresidente della Camera, sottolineando che «chi notifica alla questura deve rispondere in solido dei danni che procurano i partecipanti alle manifestazioni, forse così si doterebbero di una adeguata vigilanza».
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