Cop27, dopo il G20 una svolta sul clima? L’analisi di Clini
Cop27 era iniziata sotto i peggiori auspici a conclusione di un anno molto difficile. La crisi energetica ha messo a dura prova la credibilità dell’impegno europeo per la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, anche per la crescita nel 2021-2022 del consumo di carbone in Europa complessivamente di circa il 20% rispetto al 2020.
L’interruzione del dialogo tra Cina e Usa sulle politiche e misure contro il cambiamento climatico (che includono energia, trasporti, agricoltura, protezione del territorio) è stata il “sigillo” sulla interruzione dei percorsi che dovevano essere avviati dopo la Cop26 sia dai Paesi che dalle imprese, sulla base del Glasgow Climate Pact e in relazione agli impegni volontari per la decarbonizzazione e la protezione delle foreste.
La “ciliegina sulla torta” è stata il divieto della ex premier Liz Truss alla partecipazione di re Carlo a Cop27. Un segnale politico molto forte.
Eppure la Gran Bretagna aveva organizzato la Cop26, e alla cerimonia di apertura Boris Johnson aveva detto: “L’umanità sta perdendo tempo sui cambiamenti climatici. Manca un minuto alla mezzanotte dell’orologio del giorno del giudizio
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