Chi è Martina Patti, la donna che ha ucciso sua figlia Elena a Mascalucia: le bugie, la separazione, le accuse della suocera
Martina Patti, 23 anni, ha confessato di aver ucciso la figlia Elena Del Pozzo: con l’ex marito Alessandro Del Pozzo erano separati da un pezzo
Tutti hanno subito pensato a un dramma simile a quello di Piera Maggio. Il pensiero è corso alla piccola Denise, sequestrata 18 anni fa a Mazara del Vallo, quando nel pomeriggio di lunedì a Mascalucia, sotto l’Etna, è scattato l’allarme di una giovane madre, Martina Patti, che raccontava affannata ai carabinieri di essersi vista strappare dalle mani la sua bimba di cinque anni, «rapita da uomini incappucciati e armati».
E, invece, quest’altro orrore sembra portarci indietro al 2014, a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, dove il piccolo Loris Stival fu ucciso dalla madre, Veronica Parello. Anche in questo caso tutto comincia con le bugie di una madre giovanissima, 23 anni appena, incapace di allevare con serenità la piccola Elena nata dal matrimonio con Alessandro Del Pozzo, un ragazzo pure lui, 24 anni, separati da un pezzo. Ed è questa frattura familiare che deve aver pesato nell’epilogo di una tragedia con al centro la figura di una ragazza inappagata, dura con lo stesso marito anche per via di un’opaca storia finita per lui con qualche giorno di arresti e una assoluzione piena.
Ma una vita Alessandro stava provando a rifarsela. E infatti era sostenuto dalla sua nuova compagna quando è dovuto tornare lì, a due passi dalla casa in cui vivevano moglie e figlia, alle spalle della villetta di via Euclide, a Mascalucia, per ritrovarsi in un fosso della vicina campagna davanti al corpicino senza vita della sua piccola Elena.
Magra, mora, i capelli raccolti sulla nuca, Martina Patti s’è chiusa in un mutismo assoluto quando al termine di una lunghissima notte segnata da evidenti contraddizioni è crollata in caserma portando i carabinieri fin dietro la sua casa. Inseguita dalle maledizioni della suocera, Rosaria Testa: «Avevamo creduto anche noi alla storia degli uomini incappucciati. Ma la verità è che a volte la picchiava, dovevamo togliergliela dalle mani…».
Ecco emergere il racconto dei giorni della separazione. Con Martina, mamma a 18 anni, forse tormentata da eventi vissuti senza supporto, senza l’aiuto di un’amica, di un amico. Con la piccola vittima che adesso tutti piangono, come la nonna: «La mattina in cui si separarono l’ho accompagnata a scuola, le ho detto “nessuno ti vuole bene più di me”, mi ha guardata, aveva capito, mi sembrava…». Ma da allora Martina decise di centellinare le visite alla nonna, di limitare al massimo gli incontri tra padre e figlia, come sintetizza la stessa nonna: «Aveva un atteggiamento autoritario, quasi aristocratico, di distacco. E decideva lei quando portarci la bambina».