Il 10 dicembre torna il Gourmet Skisafari sulle piste dell’Alta Badia. Norbert Niederkofler,
Simone Cantafio e Fulvio Pierangelini porteranno l'alta cucina a 2000 m. In Alta Badia si scia a
partire dal 3 dicembre
A Palazzo delle Stelline torna l'appuntamento dedicato ai whisky lovers. Dal 3 al
5 dicembre, 3mila metri quadrati di esposizione per tutte le specialità
Un nuovo dipinto di Artemisia Gentileschi entra nel patrimonio museale italiano: si tratta della grande tela di Cristo e la Samaritana al pozzo, tra le rare opere firmate dalla pittrice seicentesca e documentate fin dalla loro creazione. Da oggi fino a domenica 20 novembre, il quadro sarà visibile gratuitamente a Palazzo Blu, dopodiché entrerà a far parte del percorso permanente del museo pisano. Acquistata da Fondazione Pisa nella primavera 2022, la tela è stata sottoposta a un restauro completo, che le ha restituito l’aspetto originario e ha permesso di studiare attraverso indagini diagnostiche non invasive il modus operandi della Gentileschi. Cristo e la Samaritana è opera di un’Artemisia ormai artisticamente matura, realizzata a Napoli tra il 1636 e il 1637. La pittrice restituisce fedelmente il racconto del Vangelo di Giovanni, reinterpretando con emozionata partecipazione il realismo imposto in pittura da Caravaggio alcuni anni prima. Sullo sfondo si muovono i discepoli che tornano dalla città dove erano andati a fare provviste, mentre in primo piano emergono le figure di Gesù e della Samaritana. Pur immerso in un’aura soprannaturale, il Cristo ha un’espressione dolce mentre pronuncia parole che suonano come un enigma: “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete - dice - ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna”. Sorpresa, confusa, affascinata come la Samaritana del dipinto, l’artista invita lo spettatore a comprendere e a fare proprio il messaggio del maestro. Artemisia Gentileschi (1636 – 1637), Cristo e la Samaritana al pozzo, 1636-37. Olio su tela I Courtesy Palazzo Blu“Poco meno di due anni or sono, ci è stata segnalata dall’amico la presenza presso una nobile famiglia siciliana di una grande tela di Artemisia che rappresenta l’incontro fra il Cristo e la Samaritana al pozzo di Giacobbe” racconta il presidente di Palazzo Blu Cosimo Bracci Torsi: “L’opera di soggetto sacro, di un’Artemisia diversa dalla proto femminista un poco truculenta con le Giuditte, le Lucrezie e le Cleopatre venuta di moda ultimamente, è apparsa subito di grande interesse e straordinaria qualità”. Identificata nel 2004 da Luciano Arcangeli ed esposta per la prima volta al pubblico nel 2012 a Milano nella grande mostra dedicata all’artista a Palazzo Reale, la tela di Palazzo Blu può vantare “uno straordinario pedigree collezionistico”, come afferma convinto lo storico dell’arte ed esperto di Artemisia Francesco Solinas del Collège de France di Parigi. È la stessa Gentileschi a descrivere il dipinto nei dettagli, dimensioni comprese, in due lettere dell’autunno 1637 indirizzate al Cavalier Cassiano dal Pozzo, suo illustre estimatore e protettore alla corte di Roma. Tramite il Cavaliere, l’artista offriva la Samaritana ai fratelli cardinali Francesco e Antonio Barberini, nipoti del papa regnante Urbano VIII. I Barberini non acquistarono mai il quadro, che probabilmente fu venduto solo dopo il ritorno dell’artista da Londra, nella primavera del 1641. Passato nelle raccolte napoletane e siciliane dei nobili Ruffo, prima del 1680 il dipinto raggiunse Palermo entrando nella prestigiosa collezione del Duca di Sperlinga e dei suoi eredi, dov'è rimasto fino al XX secolo. Oggi va a impreziosire il ricco nucleo di opere dei Gentileschi conservato a Palazzo Blu, che annovera già diverse tele dei fratelli Aurelio e Baccio, attivi prevalentemente a Pisa, la Madonna col Bambino e Santi di Orazio e la Musa Clio di Artemisia, acquisita nel 2004 in un’asta nella sede londinese di Christie’s, nonché il Ritratto di Artemisia di Simon Vouet. Firma dell’opera ‘A’ di Artemisia Gentileschi, svelata dal restauro compiuto a Pisa I Courtesy Palazzo BluLe ricerche condotte su Cristo e la Samaritana al pozzo - rivela la restauratrice ed esperta di Artemisia Cinzia Pasquali, consulente per l’intervento sul dipinto - hanno portato alla luce “dettagli di grande interesse: la natura di alcune sostanze e pigmenti, i pentimenti e spostamenti compositivi (sia nella fase preparatoria che in quella pittorica), la natura degli strati utilizzati come base cromatica, i vecchi restauri così come altri segni particolari invisibili a occhio nudo”. Prima di eseguire il dipinto, Artemisia preparò la tela con colla naturale sulla quale fu posato un appretto colorato. Come altri pittori del suo tempo, infatti, la Gentileschi usava spesso fondi bruni prima di dipingere, fatto evidente nell’Allegoria della Pittura conservata a Londra presso la Royal Collection. È possibile ipotizzare inoltre che l’artista si sia servita di un disegno preparatorio in gesso, materiale ben visibile sullo sfondo scuro. Grazie alla riflettografia ai raggi infrarossi, sappiamo che Artemisia modificò in corso d’opera le posizioni della mano sinistra del Cristo e del braccio sinistro della Samaritana. Anche il volto della donna ha subito diversi cambiamenti: “dalla posizione degli occhi, che suggerivano una testa meno angolata, alla forma dei capelli che le cadevano maggiormente davanti al viso, così come alcune pieghe del mantello del Cristo appaiono eliminate o semplificate nella versione finale”, racconta la restauratrice. Alle analisi riflettografiche dobbiamo la scoperta di un altro particolare inatteso: “una lacerazione a U rovesciata situata sul bordo superiore del pozzo tra il Cristo e la Samaritana - continua Pasquali -che appare ricucita ab antiquo con un filo della stessa tela”. Con ogni probabilità non si tratterebbe di un restauro, bensì di una riparazione operata dalla stessa Artemisia su uno strappo occorso accidentalmente in bottega. La materia pittorica che copre la lacerazione è infatti identica a quella del resto dell’opera. Un regalo prezioso è arrivato infine dalla pulitura del dipinto che, libero dalle scorie del tempo e da ridipinture successive, ha svelato la firma della Gentileschi e confermato definitivamente l'attribuzione.
Ci sarà anche il Pontefice in visita parenti. L'ultimo week end di novembre il primo di dicembre per
l'evento che celebra con tante novità il piatto icona della cucina piemontese
Il 23 novembre si terrà il terzo dei 7 “Appuntamenti Stellati” proposti dal ristorante Il Moro di
Monza. All’evento presenzieranno alcuni importanti cuochi e professionisti del territorio che
cucineranno le eccellenze brianzole
Entrare nel mondo di Pietro Vannucci a 500 anni dalla morte e addentrarsi, in pochi clic, nella tela, tra i luoghi e nella mente del maestro per scandagliare, esplorare, interrogare la sua arte a 500 anni dalla morte. Accade in rete grazie al portale www.perugino2023.org già disponibile in italiano e in inglese, dedicato al "divin pittore" in vista del cinquecentenario della sua morte che ricorre nel 2023. Portale Perugino 2023Gli internauti avranno la possibilità di sfogliare il catalogo digitale completo delle circa 200 opere di Pietro Vannucci (delle quali 105 concesse e pubblicate, 44 in attesa di perfezionamento contrattuale, 47 trattative di concessione in corso) e di varcare la soglia, sebbene virtualmente, di tutti i musei, le chiese e gli enti che le ospitano. Sono già 25 i musei partner di tutto il mondo (13 italiani e 12 esteri) e suggestivi gli itinerari e gli approfondimenti multimediali tenuti da autorevoli storici dell’arte. Lanciato in Umbria, regione che ha dato i natali al maestro di Raffaello, il portale è già operativo, e sarà man mano implementato con contenuti sempre nuovi per tutto l’arco del prossimo anno.Realizzato da Archimede Arte attraverso il finanziamento della Regione Umbria, il portale rappresenta anche un’utile guida per promuovere le iniziative degli enti, delle istituzioni e delle associazioni che aderiscono al progetto. Portale Perugino 2023Provando ad addentrarsi in questa vetrina in costante aggiornamento dedicata a Perugino, gli utenti visualizzeranno una serie di sezioni dedicate ai principali partner dell’iniziativa, alla biografia dell’artista, a tutte le opere del pittore conosciute in Italia, in Umbria e nel mondo, per poi concedersi un viaggio a tutto tondo tra i musei internazionali che accolgono i preziosi lavori del maestro, dall’Hampton Court Palace di Londra alla National Gallery of Art di Washington. Se la sezione “Eventi” è un invito a non lasciarsi sfuggire gli incontri-studio, le mostre e tutte le iniziative dedicate a quello che Agostino Chigi aveva definito "il meglio maestro d’Italia”, alla voce “La mostra impossibile” si potrà esplorare una retrospettiva digitale a cura del professor Francesco Federico Mancini, muovendosi letteralmente tra capolavori che offrono un excursus della produzione dell’artista, dal periodo di massimo splendore - raggiunto tra Firenze e la monumentale Roma dei Papi - agli ultimi lavori umbri della vecchiaia. Portale Perugino 2023Attraverso il proprio pc, il tablet, lo smartphone, ed anche in realtà aumentata, lo spettatore potrà muoversi tra alcuni affreschi del Perugino realizzati in epoche e luoghi diversi, gustare video-pillole con contenuti didattici, partecipare a una performance con musiche del XVI secolo, visualizzare in 3D l’urna marmorea del divin pittore a Fontignano o l’affresco sul retro della Porziuncola di Assisi. Attraverso la piattaforma - che racchiude la digitalizzazione dell’intero edificio di Palazzo della Corgna a Città della Pieve, di Santa Maria dei Servi, dell’Oratorio della Nunziatella a Foligno e del Santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi - si potranno conoscere le ultime novità relative alle indagini scientifiche a carattere diagnostico sull’opera di Perugino a Santa Maria dei Servi a Città della Pieve. Leggi anche:• Nel 2023 della Galleria Nazionae dell'Umbria brilla Perugino
Viaggi per terra e per tela invitano gli appassionati dell’arte a godersi in tv la settimana che sta per iniziare. Dagli angoli meno noti del Molise dove sopravvivono ancora oggi segni che raccontano lo stretto rapporto tra il mondo animale e l’essere umano (e che hanno ispirato numerosi artisti), al mistero racchiuso nelle Ninfee di Claude Monet, capolavoro distrutto in un incendio al MoMA nel 1958, ecco alcuni appuntamenti da non perdere. Sky Arte nel backstage dell'ultimo film dedicato a BotticelliLa settimana di Sky si apre nel segno del mistero. Lunedì 14 novembre Il Mistero dei Capolavori Perduti – Monet Brucia! - la serie che racconta i dipinti tragicamente scomparsi, perché rubati o distrutti - fa luce intorno alle Ninfee di Claude Monet. Completamente disintegrata in un incendio scoppiato al MoMA nel 1958, l’opera sarà ricostruita nell’episodio da un team di esperti.Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza | Courtesy Nexo DigitalIl ricco giovedì firmato Sky attende invece il pubblico con due prime visioni. Alle 20.40 ci addentreremo dietro le quinte di Botticelli e Firenze. La nascita della bellezza, il nuovo docufilm di Sky dedicato al pennello della Primavera e alla Firenze del Rinascimento. Raccontato dalla voce di Jasmine Trinca, prodotto da Sky, Ballandi e Nexo Digital con il patrocinio del Comune di Firenze, ideato e scritto da Francesca Priori e diretto da Marco Pianigiani, il docufilm sarà al cinema solo il 28, 29 e 30 novembre per indagare l’arte del maestro attraverso gli interventi di curatori e direttori di musei. Gli spettatori saranno accompagnati tra le meravigliose madonne, l'inferno dantesco, le pietà, gli antichi dei della mitologia ellenica, in un tripudio di bellezza, creatività, violenza, lotte di potere.Nonostante nel tempo pittori, stilisti, fotografi contemporanei, da Terry Gilliam ad Andy Warhol, da David LaChapelle a Jeff Koons e Lady Gaga, siano rimasti abbagliati dal fascino dell'artista e delle sue opere rilette e re-inventate al punto da entrare nell'immaginario collettivo, per oltre trecento anni dopo la sua morte, il pittore fiorentino fu quasi completamente dimenticato. A chi spetta il merito della riscoperta? La parola al docufilm. Il secondo appuntamento del giovedì (alle 21.15) ci guida al cospetto dei Grandi maestri con la serie che esplora le vite dei grandi dell’arte italiana attraverso i loro immortali capolavori. Protagonista del quinto episodio sarà Antonello da Messina, uno dei più grandi pittori rinascimentali dell’Italia meridionale. Perfettamente in equilibrio tra atmosfera e attenzione al dettaglio, fortemente ispirato dalle suggestioni della pittura fiamminga e della scuola italiana, il pittore siciliano è un pennello dal respiro internazionale. A raccontarne la vita sfogliandone le opere saranno Paolo Cova e Sara Menato. Vedere grandeggiare sul piccolo schermo l’Annunciata della Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo, o il Ritratto d’ignoto marinaio del Museo Mandralisca di Cefalù, o San Girolamo nello studio sarà una festa per gli occhi. Giotto, Gesù entra in Gerusalemme. Padova, Cappella degli ScrovegniA chiudere la settimana, sabato 19 novembre alle 18.35, sarà Giotto con le sue grandiose intuizioni - prima tra tutti l’introduzione della prospettiva tra i suoi contemporanei - che ne fanno un autentico innovatore della pittura italiana. Gli storici dell’arte Gaia Ravalli e Andrea De Marchi passeranno in rassegna i capolavori del maestro nella Basilica Superiore di San Francesco d'Assisi, nella Cappella degli Scrovegni a Padova e nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce di Firenze. Il Molise meno conosciuto protagonista su Rai 5 Mercoledì 16 novembre alle 21.15 in compagnia di Andrea Angelucci, giovane archeologo, guida turistica e travel designer dagli sfaccettati interessi, la quarta puntata di Art Rider ci porta in Molise. Il format che fruga tra i luoghi d’arte meno conosciuti d’Italia, prodotto da GA&A Productions, in collaborazione con Rai Cultura, accompagna gli amanti del viaggio da Castel San Vincenzo ad Matrice. Nella piccola ma ricchissima regione incastonata tra l’Adriatico e gli Appennini sopravvivono ancora oggi segni che raccontano lo stretto rapporto tra il mondo animale e l’essere umano, e dal quale hanno tratto ispirazione numerosi artisti. Art Rider, Da Castel San Vincenzo a Matrice | Courtesy Rai 5Su Arte tv l’astrattismo di Joan Mitchell Tra le più grandi pittrici americane del secondo Dopoguerra, Joan Mitchell è stata una delle poche donne a imporsi nel mondo dell'espressionismo astratto. Il suo lavoro è stato riconosciuto e apprezzato sin dagli esordi, nella New York degli anni Cinquanta come a Parigi, città nella quale visse l'appassionata storia d'amore con il collega Jean-Paul Riopelle e dove trovò la morte nel 1992. A metà strada tra la scuola astratta americana e l'impressionismo di Claude Monet, Mitchell si è affermata come potente figura femminile accanto a Pollock, Motherwell, Kline, de Kooning e Rauschenberg.
A Soprabolzano in un’atmosfera davvero da fiaba, tra alberi carichi di neve, i romantici stand di legno
che riprendono la forma dei vagoni storici del trenino si riempiono di dolci e manufatti locali