Caro benzina, il bluff di Urso: il prezzo medio è un fallimento, ma lui esulta e fa propaganda
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, festeggia. Ma, ancora una volta, i dati gli danno torto. Sul caro benzina l’intervento del governo, con l’obbligo di introdurre il cartello medio dei prezzi, non ha funzionato. Anzi, ha avuto l’effetto opposto, portando un aumento dei prezzi dalla sua entrata in vigore a inizio agosto.
Eppure Urso torna a esultare per il risultato della misura. E lo fa ancora una volta ignorando tutti i dati, così come fatto in estate quando parlava di discesa dei prezzi mentre invece il carburante continuava a crescere.
Urso afferma che l’esposizione del prezzo medio “ha avuto successo” perché oggi “il prezzo medio della benzina è sceso a 1,90 euro, ben al di sotto dei due euro”. Secondo Urso “non c’è stato un adeguamento al prezzo più alto e, anzi, la curva è scesa verso il basso”. Ma è davvero così?
Caro benzina, Urso ignora completamente le quotazioni internazionali
A smentire Urso ci pensa Bruno Bearzi, presidente della Figisc-Confcommercio: “Con buona pace del ministro Urso non sono certo i cartelli con i prezzi
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