Anish Kapoor, Untrue Unreal: a Firenze la mostra che apre le porte della percezione

Ops, l’ha fatto ancora. Anish Kapoor è riuscito a coglierci di sorpresa. Forse conoscete già i lavori di questo grande maestro del nostro tempo, 69 anni portati con un fisichino da ragazzo, sul passaporto la geografia di mezzo mondo (è nato a Mumbai, in India, da madre ebrea irachena, ha vissuto in Israele, il suo quartier generale a sud di Londra, considera Venezia la sua seconda casa).

È uno scultore che ha ridisegnato il mondo: lo «specchione» gigante al Rockfeller Center di New York? È suo. La torre di palline d’acciaio iper-fotografata davanti al Guggenheim di Bilbao? Sempre sua. Il «fagiolone» al Millenium Park di Chicago, una scultura in acciaio a specchio dalla forma bizzarra? Ancora suo (ed è diventato il simbolo della città). Scultore-pittore con una passione smodata per i rossi e i colori assoluti, Kapoor è riuscito a ottenere l’esclusiva per il «Vantablack», un nero che più nero non si può, in pratica il materiale più scuro mondo, con

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