“Amante Terra” e non più “Madre Terra”, davvero gli ecosessuali fanno l’amore con il Pianeta?
Armi in braccio e fieri obiettivi: c’è una vera e propria rivoluzione ecosex, quella di persone che si definiscono “ecosessuali” e non nascondono il loro forte amore per un albero (che a volte, effettivamente, è decisamente più vivo e attraente di certi pezzi di legno in carne e ossa…)
C’è l’ecoansia, l’ecomafia e pure l’ecomostro e poi ci sono parole più dolci, melliflue e carezzevoli come “ecosessualità”. Tutte hanno come prefisso quel termine magico che deriva dal greco: la nostra casa, l’ambiente che ci circonda. Il Pianeta.
Se tutto è dunque facilmente intuibile, allora ecosessualità sarà “fare l’amore col Pianeta”? In un certo senso sì e non è un neologismo campato in aria (o forse sì?) e nemmeno un sinonimo del grounding, ossia del decisamente più morigerato e castigato desiderio di camminare a piedi nudi sull’erba.
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Ecosessualità è l’amore sfrenato che possiamo provare per la nostra “casa” nel senso più ampio del termine. Anzi, con una definizione elementare
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