Altavilla Milicia, il racconto della strage: le torture con l’attizzatoio e il phon, le sevizie al bambino e il «demone in casa»
La ricostruzione nell'ordinanza che ha portato in carcere Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Il ruolo della figlia 17enne
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La telefonata al 112 arriva qualche minuto dopo la mezzanotte. Giovanni Barreca dice al carabiniere in ascolto che si deve consegnare alle forze dell’ordine: «Mia moglie era posseduta… in pratica è morta». Così comincia l’indagine sulla strage di Altavilla Milicia, in cui il muratore ha ucciso la moglie Antonella Salamone e i due figli Kevin (16 anni) ed Emmanuel (5). Con la complicità di Sabrina Fina e Massimo Carandente, dicono gli inquirenti. E con la collaborazione della figlia maggiore 17enne. Che ha confessato raccontando dettagli inediti del triplice delitto. Così, grazie alle ordinanze del tribunale di Catania e di quello dei minori, è possibile ricostruire cosa è successo tra l’inizio di febbraio e l’11. Mentre gli inquirenti ora si concentrano
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