Allerta listeria, ritirato lotto di prosciutto cotto Sapor di Cascina

Un lotto di confezioni di marchio Sapor di Cascina è stato ritirato dall'azienda per il rischio di contaminazione dovuta a questo batterio. Oggi, rispetto a 10 o 15 anni fa, ci sono più controlli e più informazione

Continua l’allerta per la possibile presenza di listeria. Ora nel mirino si sposta sul prosciutto cotto. Un lotto di confezioni di marchio Sapor di Cascina è stato ritirato dall’azienda per il rischio di contaminazione dovuta a questo batterio.

La Listeria monocytogenes è un batterio
C’è maggiore attenzione alla sicurezza

«La crescita degli alert, però – spiega Pier Sandro Cocconcelli, professore di Microbiologia degli alimenti presso l’Università Cattolica, come riporta l’Ansa – non è segno di un pericolo maggiore rispetto al passato, ma di maggior attenzione alla sicurezza alimentare. Oggi, rispetto a 10 o 15 anni fa, ci sono più controlli e più informazione al consumatore. Abbiamo un sistema di allerta nazionale ed europeo trasparente, che serve per prevenire i rischi, non solo per la listeria ma anche per altri patogeni, come Escherichia coli».

Le vittime accertate in Italia sono 4 negli ultimi 2 anni

La Listeria monocytogenes è un batterio che può contaminare le materie prime utilizzate per la produzione di alimenti e provocare gravi conseguenze, fino alla morte, in persone fragili o immunocompromesse e donne in gravidanza. Tanto che in Italia negli ultimi due anni, le vittime accertate sarebbero almeno quattro. In particolare, un ceppo molto pericoloso è stato trovato di recente in alcuni lotti di alimenti ritirati dal mercato: prima wurstel di pollo, poi tramezzini al salmone, quindi pancake al cioccolato, gorgonzola e ora prosciutto cotto.

Un batterio molto resistente

«Listeria monocytogenes riesce a persistere negli impianti di produzione e confezionamento di alimenti freschi: può formare biofilm sulle lame di acciaio delle affettatrici o sulle superfici, che diventano così un mezzo di cross contaminazione. Inoltre, – spiega Cocconcelli – questo si riproduce bene alle basse temperature utilizzate per la conservazione di alimenti che ne possono essere serbatoi, come formaggi e salumi freschi, carne lavorata, pesce affumicato».

Poiché la “vita su scaffale” di questi cibi è lunga il batterio utilizza queste settimane per proliferare, superando il livello di sicurezza (100 cellule per grammo). Il numero di lotti ritirati, comunque, sottolinea l’esperto, «non sono indice del fatto che il problema è in aumento ma del fatto che c’è molta attenzione da parte dei produttori e i controlli preventivi funzionano. Questo ha fatto sì che, nel 2021 rispetto agli ultimi 10 anni, come mostrano i dati raccolti dal Rasff, il Sistema rapido di allerta dell’Unione Europea, ci sia stato


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