Bari, i soldi per le urne e il sistema per violare il segreto del voto: «Metti una X, poi nome e cognome»
L'inchiesta sulla corruzione elettorale di Bari
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C’era il database con oltre 2 mila nomi corredati da documenti e tessere elettorali. E i soldi per il voto: fino a 50 euro. Ma anche i posti di lavoro come docente, badante od operatore socio-sanitario. E ancora: i buoni spesa e i pagamenti delle bollette. Non solo bombole del gas nella «macchina infernale» della corruzione elettorale in Puglia. Dopo le dimissioni di Anita Maurodinoia il sistema messo in piedi da Alessandro Cataldo detto Sandrino appare in tutta la sua efficienza. La profilazione serviva al movimento Sud al centro, fondato da marito e moglie, per raccogliere consensi e far eleggere i suoi esponenti. Maurodinoia ha preso 6 mila voti alle amministrative di Bari nel 2019. Che sono diventati ventimila alle
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