La sinistra non ci faccia vomitare col suo moralismo su Morisi.
Della vicenda di Morisi – che annulla l’articolo che avevo scritto qualche giorno fa – mi occuperò ben poco perchè c’è poco da dire. Un brillante esperto di comunicazione multimediale che, forse travolto dalla popolarità, si è ritrovato a dover fare i conti col peso della celebrità. Una storia trita e ritrita.
Le gravissime accuse che lo trafiggono non mi interessano. Per ora è indagato. Indagato non significa né colpevole né tantomeno rinviato a giudizio, dunque tutti i moralismi e le prefiche del progressismo radical-chic sono semplicemente ributtanti.
Oltretutto è ridicolo far passare il messaggio che la Lega abbia problemi con la droga. Diciamoci la verità, se domani un cane antidroga andasse nelle aule istituzionali, anche quelle insospettabili, tempo dieci minuti e miagolerebbe. E quanto alla comunicazione di Morisi, cerchiamo di non essere ipocriti. La stessa sinistra ha tra le sue fila social media manager che fabbricano merda da mane a sera contro chiunque non appartenga alla corrente giusta. Ed è esattamente questo il problema.
Anzi, i problemi.
Il primo problema è che non esiste una cultura universale dei diritti ma solo una pericolosissima doppia morale che si applica in base all’appartenenza politica. Lo sfacelo della società si sostanzia in una guerra civile dove esistono due umanità che si odiano e che farebbero di tutto per distruggersi. Prendersela con Morisi è semplicemente ridicolo. Ogni azione del social guru è stata concordata con la Lega che ne ha finanziato le inserzioni su facebook e appoggiato la comunicazione che ha reso Salvini il personaggio digitalmente popolare che tutti conosciamo.
Il secondo problema è relativo all’enorme peso che la comunicazione sta acquisendo nella politica. Che ormai si fa sui social dove wrestler dell’una e dell’altra fazione si fanno la guerra in un rumore di fondo la cui somma è zero e dove vi è un’unica vera vittima, come in tutte le guerre, la verità. Che ci dice che da quando sono state abolite le preferenze che, sradicando la politica dai territori, l’hanno trasferita nelle oligarchie mediatiche, i politici, tutti, parlano semplicemente del nulla, di aria fritta. E questo avvantaggia il leader politico e mediatico che, ad onta di ogni giudizio su pani e nutelle, enrichi che stanno sereni, vinciamo noi e vinciamo poi, slide e cretinate varie, fa sempre la stessa cosa, in qualsiasi partito: vendere la sua immagine ad uso dei fan. Qualcosa che non può essere tributato solo a Morisi e dunque a Salvini e che certamente non cesserà ora che l’ex-mediaguru è finito impalato in uno scandalo dal quale esce distrutto e che peraltro, anche considerando la non unanime solidarietà della Lega, a me puzza molto di ritorsione e di guerra interna.
Come se ne esce? Non se ne esce perché la politica è ormai morta. Rimane solo un pietoso e nauseante wrestling che, a differenza dell’originale, non è per nulla divertente e in compenso ha la pretesa di essere serio.
Morisi è stato solo buttato fuori dal ring. Lo spettacolo deve continuare e continuerà. Fin quando qualcuno non si assumerà la responsabilità di interromperlo.
di Franco Marino
Fonte: Il Detonatore