Io, Stefano e la sclerosi multipla: fine vita, politica fatti viva
Quando a febbraio venni a sapere che il referendum sull’eutanasia legale, per cui con Associazione Luca Coscioni avevamo raccolto un milione e 300 mila firme, era stato bocciato dalla Corte Costituzionale, scoppiai in un pianto dirotto. Ricordo che ricevetti la telefonata di Marco Cappato insieme a Filomena Gallo. “Non piangere Laura, non perderti d’animo. Ce la faremo, anche se sarà più lunga del previsto“. Mi arrivò la solidarietà di molti giornalisti. “Questa sarà una battaglia lunga, ma è qui che si vede la stoffa dei combattenti”. “Ci siamo innamorati di questa battaglia e vi sosterremo“. Un amico mi invitò ad allargare la prospettiva: “sai quanti diritti oggi quasi scontati parevano impossibili da conquistare? Guardati indietro”.
Da allora non piango più. Anzi, non mi arrabbio proprio più. Perché sento che l’opinione pubblica è con noi. È una battaglia almeno in parte vinta, referendum o meno, perché una sentenza del 2019 consente anche in Italia, solo a determinate condizioni, il suicidio assistito. Ma non basta. La sentenza è applicabile solo a chi è dipendente da “trattamenti di sostegno vitale”. Tutti gli altri, me
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