Vi dispiace se parliamo di soldi?

L’ultimo grande tabù femminile non è il sesso, è il denaro. Non sappiamo guardare dentro al conto in banca, investirlo, nemmeno discuterne apertamente. E soprattutto, non riusciamo a chiedere il giusto nel lavoro. Ma le cose stanno cambiando

Questo articolo è pubblicato sul numero 47 di Vanity Fair in edicola fino al 23 novembre 2022

Quando Annalisa Monfreda, dopo 13 anni di direzione di giornali e relativi guadagni – come dice lei stessa – «molto buoni», ha pensato di cambiare vita e avviare un’attività imprenditoriale, la prima cosa che ha fatto è stata guardare con attenzione dentro al suo conto in banca. La seconda è stata scoprire che, con i soldi che c’erano, non sarebbe andata da nessuna parte. «Volevo diventare libera, ma non avevo gestito il mio denaro in modo da esserlo», ammette adesso che quella libertà ce l’ha. 

Tra il prima e il dopo nessun miracolo, eredità, vincita. «Semplicemente per due anni ho imparato a gestire il mio patrimonio e a farlo fruttare con gli investimenti. Quando ho raggiunto una cifra che mi sembrava sufficiente per i miei progetti, ho dato le dimissioni». La sua avventura con il denaro le è sembrata  talmente emblematica da dirottare il suo sogno imprenditoriale dalla creazione di una realtà editoriale al varo di una piattaforma – si chiama Rame, fondata con Montserrat


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