
Il benessere in Italia è a due velocità: il Rapporto BES 2024 racconta le disuguaglianze radicate del BelPaese
Nascere a Trento o a Napoli fa la differenza. Vivere in Veneto o in Calabria determina opportunità profondamente diverse. Lo certifica il dodicesimo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES) dell’Istat, che attraverso 152 indicatori misura non solo la ricchezza economica del Paese, ma la qualità della vita reale dei cittadini: accesso alle cure mediche,...
Nascere a Trento o a Napoli fa la differenza. Vivere in Veneto o in Calabria determina opportunità profondamente diverse. Lo certifica il dodicesimo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES) dell’Istat, che attraverso 152 indicatori misura non solo la ricchezza economica del Paese, ma la qualità della vita reale dei cittadini: accesso alle cure mediche, opportunità lavorative, livello dell’istruzione, qualità dell’ambiente, efficienza dei servizi pubblici e non solo.
Analizzando l’ultimo decennio, il rapporto mostra progressi in alcuni ambiti, ma evidenzia divari territoriali che sembrano consolidarsi, con fragilità preoccupanti nel mercato del lavoro, nell’accesso alla sanità e nella tutela del territorio.
La grande frattura territoriale
Nel Nord e nel Centro, oltre il 60% degli indicatori supera la media nazionale, con performance eccellenti nelle Province autonome di Trento e Bolzano, in Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove più del 70% degli indicatori registra valori superiori alla media.
Al Sud il quadro si capovolge: in tutte le regioni meridionali, eccetto l’Abruzzo, la maggior parte degli indicatori resta sotto la media. In Campania e Puglia oltre sette indicatori su dieci sono peggiori della media italiana.
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