Addio Belcolle! Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
Doversi recare in Ospedale non è piacevole mai, men che meno se l’esperienza si matura a Belcolle.
È il caso di M. G., nei giorni che vanno dal 29 ottobre al 3 novembre, ben 5 giorni lasciata in corridoio.
Un dolore al torace, a destra, inquietante, difficoltà nei movimenti, il respiro non è normale.
Ambulanza e via a Belcolle.
Qui inizia il quiz diagnostico: Colica renale? Colica biliare?
Intuizione: polmonite. 24 ore di stallo (attenzione: non stalla) al Pronto Soccorso, poi dislocata nel corridoio della Medicina: niente posti.
Quattro giorni di corridoio in Medicina, con polmonite, posologia antibiotica a discrezione del medico di turno 1 o 2 al giorno poi forse 3, il vitto stile terzo mondo, 2 sole volte in 5 giorni in quanto non presente in lista.
Privacy uguale a zero.
Fortuna che col COVID non c’è visita-parenti, ma parlare di confort per il malato è temerario.
Il personale è scarsamente disponibile, si sollecita la terapia, si accenna ad un approfondimento della diagnostica, incredibile, una ecografia addominale negativa con eventuali dimissioni è seguita da una tac addominale, su richiesta del paziente, che ha messo in luce una polmonite.
Se passa una barella, in parallelo, lo spazio è relativo: scompare addirittura una pantofola, trascinata dalle ruote della lettiga in transito, poi viene ritrovata…sotto il cuscino, per cortese intercessione di un OSS.
Improvvisamente si libera un posto…, a Tarquinia, 50 Km., con polmonite in corso; per fortuna qua le cose sono andate meglio, più attenzione e cure giornaliere il paziente si è ristabilito in pochi giorni.
Meglio le tombe etrusche di questo campeggio.
Addio Belcolle! Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
Ci sembra giusto citare Dante visto che ricorrono i 700 anni dalla sua morte.