
Vietato nuotare, vietato pescare, vietato vivere: Israele nega ai palestinesi anche l’accesso al mare
Immagina che, mentre vai verso la spiaggia – costume, ciabatte e ombrellone sotto a un braccio – qualcuno ti dicesse che no, su quel pezzo di terra e in quel mare, infinito e di nessuno, non ci puoi più mettere piede. Immagina se ti dicessero che d’ora in poi quel mare splendido della tua città...
Una imposizione che non solo rovina l’industria della pesca già al collasso, ma cancella anche uno degli ultimi spazi rimasti dove gli abitanti di Gaza possono respirare, fare il bagno e dimenticare brevemente la devastazione quotidiana che li circonda
16 Luglio 2025
Immagina che, mentre vai verso la spiaggia – costume, ciabatte e ombrellone sotto a un braccio – qualcuno ti dicesse che no, su quel pezzo di terra e in quel mare, infinito e di nessuno, non ci puoi più mettere piede. Immagina se ti dicessero che d’ora in poi quel mare splendido della tua città o del tuo luogo del cuore sia una “no-go zone”, dove non puoi più andare a nuotare o a pescare.
È quanto sta accadendo a Gaza. Anche questo, sì. Qui, in questa striscia di terra che viveva anche di mare, è stato negato anche questo, forse ultimo baluardo di una parvenza di libertà.
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