Valeria Golino: «Io, creatura distratta»

Torna in tv in un ruolo per lei liberatorio, perché «sono piena di pudori». Valeria Golino si racconta  a tutto campo: dai registi che la rimproveravano, alla libertà dell’erotismo, alla sua vera arma segreta. E sul #metoo, a distanza di tempo, la pensa così

Questa intervista di copertina è stata pubblicata sul numero 2-3 di Vanity Fair in edicola fino al 18 gennaio 2023

I camerieri servono due gin tonic ma il distillato nel bicchiere non sembra mai abbastanza, e ne facciamo aggiungere un po’. Cambiamo tavolo tre volte presi da un’inquietudine strana, in questa Roma calda di dicembre che le fa venir voglia di stringere un’amicizia più che sottoporsi a un’intervista, e stabilire «quel rapporto di attacco e difesa», parole sue, che si crea tra una diva e l’interlocutore. «Magari non concludiamo niente ma è tutto molto romantico, non trova?», dice Valeria Golino uscendo a fumare un’altra sigaretta, coi suoi occhiali dalla montatura sottile, i capelli raccolti senza vezzo, i pantaloni verdi a coste larghe e al polso «un orologio introvabile» che il suo fidanzato, l’avvocato romano trentaquattrenne Fabio Palombi, le ha regalato per Natale. «Ci sono oggetti che mi attraggono perché sono allo stesso tempo eleganti e marci dentro. Proprio come tutti gli uomini che mi piacciono».
Nel chiasso della finale mondiale alla tv parliamo di sentimenti e del dolore di perdere chi si


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