Ucraina Russia, Mosca: un bus arrugginito per portare le reclute del Donbass
di Marco Imarisio
Viaggio in un centro di reclutamento nella capitale russa fra chi riesce a sottrarsi grazie agli studi e chi è rassegnato a partire
DAL NOSTRO INVIATO
MOSCA — «Donbass». I due uomini sono scesi dal bus per sgranchirsi le gambe. Hanno carnagione olivastra, sono vestiti con abiti lisi e sporchi, indossano maglioni sformati che hanno conosciuto tempi migliori. Sanno poche parole di russo, tra loro parlano in un’altra lingua. Sui fogli che tengono in mano c’è l’intestazione del distretto federale dell’Estremo Oriente, che con ogni probabilità indica il loro luogo di origine. Uno di loro, il più giovane, fa segno che stanno per andare lontano. «Donbass» ripete ancora, con uno sguardo pieno di rassegnazione.
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Piove, sta piovendo da giorni. Il viale è spazzato da un vento gelido. Ogni cosa dentro e intorno al Centro di reclutamento sul Butyrskij Val, una grande arteria che conduce verso le tangenziali, fa pensare a una pianta sciupata che sta appassendo. L’ingresso è nel cortile interno di un edificio dalla facciata malconcia. Ragazzi con uno zaino in mano, qualche loro genitore in ansia, che viene tenuto fuori, oltre la sbarra del parcheggio. Dall’altra parte ci sono i binari della ferrovia. «Vietato entrare» recita il cartello appeso alla porta metallica che conduce al seminterrato. Le scale sono male illuminate. Da qui in poi, passa solo chi ha ricevuto la povestka, la lettera di convocazione.
Ad attendere i nuovi coscritti per portarli al corso di addestramento in una caserma fuori Mosca, questo il massimo che è dato sapere, c’è un reperto storico che risale alla fine dell’Unione Sovietica. Il bus un tempo bianco accostato al