Tassisti arrabbiati vs Pos, una storia italiana
Tutti parlano di pos: la sua diffusione, con il dominio delle carte Visa e MasterCard, è iniziata negli anni Ottanta, ma dopo più di quarant’anni – nel nostro Paese e non solo – il dibattito attorno alla possibilità di sdoganarli definitivamente e di prevedere sanzioni per chi rifiuta di accettare i pagamenti elettronici continua a tenere banco. Piccolo ripassino: in Italia, la norma che ha introdotto l’obbligo di mettere a disposizione il terminale risale addirittura al 2012, ai tempi della crisi dei debiti sovrani e del governo Monti, che la inserì nel Decreto Crescita 2.0 (cioè il DL 179/2012, art. 15, comma 4).
Dopo due anni, nel 2014, un decreto aveva fissato a 30 euro la soglia oltre la quale sarebbe stato obbligatorio accettare pagamenti elettronici – soglia abbassata prima a 5 euro e poi eliminata. A mancare, però, era sempre stata la sanzione da applicare agli esercenti che non avessero accettato pagamenti elettronici.
A giugno, il governo Draghi sembrava aver sbrogliato definitivamente la matassa, prendendo una posizione chiara e definitiva sulla delicata questione dei pos, rendendo effettivo l’obbligo per tutti i
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