Steven Spielberg: «Chiedo per un amico»
«In generale, tutto quello che si vede nel film è accaduto in qualche momento della mia vita», spiega Spielberg. Durante la conversazione, Kushner, nonostante sia di dieci anni più giovane, sembra a volte il fratello maggiore, più silenzioso e riflessivo, che guida Spielberg. Nel linguaggio cinematografico classico, i due sono come i personaggi del film La vita è meravigliosa: Kushner è per Spielberg quello che l’angelo Clarence era per George Bailey: lo aiuta a fare un passo fuori dalla sua storia per vederla più chiaramente.«Sono un vecchio freudiano convinto», dice Kushner quando gli chiedo se le loro sessioni di scrittura non abbiano mai finito per assomigliare a una terapia. «Ho alle spalle decenni di psicoanalisi e credo molto nelle relazioni oggettuali psicodinamiche e psicoanalitiche. Credo nella “terapia della parola”, nell’interpretazione dei sogni e dei ricordi e così via. E ho sempre pensato che probabilmente sarei stato un ottimo terapeuta».
La scena della vacanza al campeggio: momento fondamentale per il film e la vita di Spielberg.
Merie Weismiller Wallace/Universal Pictures
«Lo sei stato», interviene Spielberg. «E lo sei». Parlare dei ricordi che hanno
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