Squilla un telefono in platea alla Scala, il maestro Chailly: Risponda pure, noi riprendiamo dopo
Il maestro Riccardo Chailly non appena ha sentito il cellulare suonare a uno degli spettatori presenti alla Scala ha interrotto il concerto: “Risponda pure, noi riprendiamo dopo”.
Interruzione fuori programma durante la serata dedicata ai grandi concerti verdiani al Teatro alla Scala di Milano. Il maestro Riccardo Chailly non appena ha sentito il cellulare suonare a uno degli spettatori ha interrotto il coro e rivolgendosi alla platea ha detto: “Risponda pure, noi riprendiamo dopo”. A questo punto il maestro al pubblico ha voluto precisare: “Vedete, amici, siamo in molti in questo grande viaggio verdiano con l’orchestra e il coro della Scala, ma non siamo soli. Stiamo realizzando un’incisione per la Decca di Londra per cui saremo ancora molti di più”. E poi ha aggiunto che si tratta di una cosa importante: “Patria oppressa con l’ostinato del telefonino non è possibile”. Poi, dopo un lungo applauso del pubblico, ha ripreso da capo l’esecuzione.
Presentato il calendario della prossima stagione
Continuano per tutta l’estate gli appuntamenti alla Scala di Milano. Intanto dal Teatro hanno presentato anche il calendario della prossima stagione 2022/2024: si trattano di 14 opere, una in più rispetto alla precedente stagione. Nel dettaglio, si trattano di otto balletti e sette concerti sinfonici. Altri tre grandi spettacoli per bambini per un totale di 272 rappresentazioni. A questi si aggiungono dieci concerti della Filarmonica della Scala. La prima quest’anno è con Boris Godunov, capolavoro del russo Musorsgksij. L’appuntamento come ogni anno è per il 7 dicembre alla presenza del presidente della Repubblica. Per la prima dunque la scelta è per un’opera russa che il sovrintendente Dominique Meyer difende così, a qualche mese dallo scoppio della guerra in Ucraina. “Non sono per la caccia alle streghe – ha spiegato a Sky Tg24 a margine della conferenza stampa di presentazione della prossima stagione – Non sono per la cancellazione delle opere russe e quando leggo Puskin non mi nascondo”.