Simon Gautier, dagli studi a Piacenza alla morte nel Cilento: se ne parla venerdì al “Palabancaeventi”
Erano i primi giorni tiepidi dell’aprile del 2019 quelli che Simon Gautier, 27 anni, laureato alla Sorbona di Parigi e in attesa di completare il dottorato, aveva trascorso tra Parma e Piacenza per consultare documenti rari e preziosi negli archivi della bellissima Villa Braghieri. Cercava pezzi di storia e di cultura per coltivare il suo sogno di diventare professore di storia dell’arte, tra Italia e Francia. Di lì a tre mesi sarebbe morto in un dirupo del Cilento, profondo sud, dopo essersi perso su in sentiero di fronte al mare: fu ritrovato morto dopo nove giorni di ricerche su un costone panoramico bellissimo, a pochi metri da spiagge belle e affollate, a San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno.
Gli studi di Simon Gautier al nord prima della morte nel Cilento
Simon Gautier divenne protagonista di un “giallo” internazionale su come fosse morto durante la sua escursione da trekker, come mai fosse trascorso così tanto tempo nell’individuarlo, con stoccate e polemiche tra Italia e Francia e scambi di reciproche accuse. Ma perché era nel Cilento, Simon? E come mai tre mesi prima aveva trascorso dei giorni a Piacenza?
Lo studente francese in Emilia cercava notizie sul mecenate Annibale Scotti, prestigiosa figura del Ducato di Parma e Piacenza, fedelissimo di Elisabetta Farnese, regina di Spagna, nata a Parma nel 1692, di stanza nelle ville piacentine prima di spostarsi a Madrid, nel 1734, dove la raggiunse proprio il marchese Scotti, emissario alla corte spagnola come diplomatico e mecenate, appassionato di arte e procacciatore i finanziamenti per talentuosi artisti. Tra le ventisette stanze di Villa Braghieri Simon Gautier ebbe come cicerone e padrone di casa Giuseppe Gandini, ex Dirigente alla Cultura del Comune di Castel San Giovanni e responsabile della residenza
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