Serve una Onu della cybersecurity. La proposta di Santi (DXC Italia)
“Con il Covid-19 abbiamo scoperto di essere più digitali di quanto pensassimo e la prova è stata superata nonostante alcune difficoltà”, spiega Federico Santi, Security Practice Leader di DXC Italia, a Formiche.net. “La fase due ora richiede un adattamento e un miglioramento in termini di sicurezza in particolare”, aggiunge.
Com’è cambiata la cybersecurity negli ultimi anni?
Nell’ultimo decennio c’è stata una forte decentralizzazione delle architetture, basti pensare al cloud, e ciò ha fatto in modo che anche la gestione dei rischi infrastrutturali, tecnologici e funzionali avessero già preso questa direzione accelerata dal post Covid-19. Non a caso si è rinforzato molto il concetto dell’architettura zero trust, cioè un approccio più atomico alla sicurezza.
Nel Piano nazionale ripresa resilienza c’è grande attenzione, come sottintende il nome alla resilienza. Che ruolo ha rispetto ai vari pilastri del Piano?
Il fatto che al centro del Pnrr ci sia la resilienza è un aspetto molto importante, che sottintende il fatto che la sicurezza è un aspetto orizzontale a tutti i pilastri.
Un altro cambiamento notevole negli ultimi anni riguarda la sicurezza
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